J’ai choisi de vivre dans les mots Au coeur d’alphabets inconnus Là où les oiseaux chantent Leur silence immémoriel Aux quatre coins des cinq continents
L’impercettibile dolcezza della linea dell’orizzonte ci conduce «jusqu’au bord des talus de soleil». La poesia qui abbandona le stanche rotte ontologiche di romantica memoria, e torna alla testualità della natura. Natura-testo, natura-tessitura, natura-rete di ritorno all’antico.
In questi versi, simbolicamente raccolti sotto il titolo Pane, ho voluto tornare al senso del pane, alla nostra infanzia difficile dopo la Seconda Guerra Mondiale, alla lotta per sopravvivere, celebrando i segreti di un umanesimo perduto, e di una spiri-tualità di cui tanto abbiamo bisogno, oggi e domani. E anche lanciare segni di speranza ai disperati...
Il testo s’invola come rondine, sulla rotta della schiuma del verso-riga, rimirandosi nello specchio dei giorni. Dussottier definisce il suo poema un «vagabondo dello spazio / e del tempo abolito, / allo slancio dei miei sogni sfumati». Egli convoca al suo convito tutti i poeti della modernità, da Arthur Rimbaud in avanti, anche i «poeti di strada»,...
È certo giunto il momento di risemantizzare l’esclusione insita...
Novecento, metà degli anni Ottanta. Uno studente di medicina con la...
Il volume tenta di recuperare l'ordito entro cui il rapporto tra...
Questo libro si rivolge a tutti coloro che entrano in contatto con il...