Narrativa

La guerra negli occhi di un bambino 1943-44: fuoco sulla collina

Nuovo

Questi racconti di Pasquale Di Petta, ritraggono gli eventi di quei tragici mesi di guerra a Colle d’Anchise, un paesino molisano al cospetto del Matese.

Il piccolo Pasquale, insieme a tanti altri bambini di allora, hanno vissuto le stesse esperienze: stupore, meraviglia, contatto spaurito e confidente con quei soldati stranieri venuti da lontano; forse anche la sensazione che qualcosa di unico stesse loro accadendo, l’oscuro sentore che la storia si stesse manifestando lì, davanti ai loro occhi sgranati, alle loro manine tese, alle loro ginocchia sbucciate e, ancora, la paura scongelata dal sapore del pane, della cioccolata, delle caramelle e delle scatolette di carne. …

Altri dettagli

12,00 € I. I.

    …In questi racconti, l’autore è riuscito a mettere sul primo piano focale la vividezza delle cose e delle situazioni, vissute così come sono apparse in quel momento, e hanno coinvolto in profondità il bambino che egli era, e che sembra essere tuttora vivo e vegeto pur dentro l’uomo anziano. Le parole che raccontano, a distanza di quasi ottant’anni, il trauma di quei giorni, sono misurate, sono quelle giuste. Senza ricami inutili. È proprio quel bambino, che allora non aveva parole, che adesso scrive: è il bambino che è rimasto presso quegli eventi, che li ha portati intatti nella memoria del suo mondo, impressi con sé negli anni della vita. Non è mai, in nessun momento, l’anziano professore che racconta. …

    Altezza20
    Larghezza13
    Profondità0.6
    Peso138
    AutoreDi Petta, Pasquale
    Pagine96
    Anno di pubblicazione2022

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La guerra negli occhi di un bambino 1943-44: fuoco sulla collina

La guerra negli occhi di un bambino 1943-44: fuoco sulla collina

Questi racconti di Pasquale Di Petta, ritraggono gli eventi di quei tragici mesi di guerra a Colle d’Anchise, un paesino molisano al cospetto del Matese.

Il piccolo Pasquale, insieme a tanti altri bambini di allora, hanno vissuto le stesse esperienze: stupore, meraviglia, contatto spaurito e confidente con quei soldati stranieri venuti da lontano; forse anche la sensazione che qualcosa di unico stesse loro accadendo, l’oscuro sentore che la storia si stesse manifestando lì, davanti ai loro occhi sgranati, alle loro manine tese, alle loro ginocchia sbucciate e, ancora, la paura scongelata dal sapore del pane, della cioccolata, delle caramelle e delle scatolette di carne. …

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