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<Bellezza, ho giurato che non ti avrei mai perduta nelle torbide acque della memoria. Tu eri qui, in fondo al fiume dell'esilio. Ti vedevo. Avevo chiuso gli occhi, inondato dall'oblio che offre il perdono>
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Questo nuovo libro di Éric Sivry è un nuovo e antico percorso poetico. Dei poemi in prosa inattesi, una lingua tra Charles Baudelaire e Yves Bonnefoy, e una nuova luce per l’Intuitismo, la corrente felicemente inventata da Éric anni fa. Qui l’Intuitismo assurge a conoscenza, vera conoscenza. Siamo tra poesia – alta poesia – e scienza. Éric propone un’allenaza tra poesia e scienza, in questi tempi di viaggi nebulosi e di perdita di rotte. [...] È un viaggio di gnosi, di scoperta dell’universo e dell’io, dell’essere e dei suoi misteri. [...] Forse c’è in questo libro anche un po’ di Sigmund Freud. Il percorso di Éric è mistico e voluttuoso. Egli va al punto del mistero, nella gioia di andare, amando tutto il nuovo che incontra. [...] (dall’introduzione di Giovanni Dotoli)
Altezza | 21 |
Larghezza | 15 |
Profondità | 0.80 |
Peso | 0.190 |
Autore | Sivry, Éric |
Curatore | Mario Selvaggio |
Pagine | 122 |
Prefazione | Mario Selvaggio |
Collana | I POETI INTUITISTI - LES POÈTES INTUITISTES |
Traduttore | Mario Selvaggio e Susanna Seoni |
Introduzione | Giovanni Dotoli |
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